Mercoledì 28 giugno 2017, il Centro “Casa Francesco” si è aperto alla comunità con l’evento “Dunyā“ (دنيا) . Originariamente parola araba che significa “mondo”, trasmessa a molte altre lingue come persiano, Dari, Pashto, Bengali, Punjabi, Urdu, Hindi, Assamese, Sylheti, Javano, Tamil, Kurda, Nepalese, Turco, Aruman, Lingue caucasiche, malese, swahili e indonesiani, nonché greco moderno e bosniaco, “Dunyā“ deriva dalla parola radice “dana” che significa avvicinarsi.
In questo senso, “dunyā” è “ciò che viene messo vicino”.
Mondo come casa. Casa come luogo che si apra.
Abbiamo aperto le porte di “Casa Francesco”, per noi Luogo di Pace, per testimoniare che tutti noi crediamo in un mondo aperto e solidale, che metta al centro l’essere umano nella sua integrità e che riconosca a tutti il diritto di essere parte attiva di un’unica grande comunità. Compito di ognuno è contribuire, quindi, alla sua costruzione ed evoluzione. Un viaggio continuo che parta dalle periferie del mondo e dell’esistenza per affrontare le sfide che la realtà pone. Una realtà che ogni giorno nega la vita a milioni di esseri umani e che non può lasciare indifferenti. Siamo chiamati a rispondere, accogliendo e attuando politiche inclusive, che rispettino e valorizzino le differenze. Solo la disponibilità a riconoscere dignità all’altro e a ri-conoscersi nell’altro può favorire questo viaggio.
Per conoscersi è necessario incontrarsi, abbattendo i muri di stereotipi e pregiudizi e aprendo le porte delle case, delle menti e dei cuori.
Dunya è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Rapsodia 8.9 e AMIS ONLUS – Associazione Mediatori Interculturali Salento, in collaborazione con Consulta delle Associazioni di Novoli, Premio Fraternità, Associazione Chiara Luce, Innovazione Civica, Associazione VivaMente, Rione Stazione Novoli, Fare Verde Puglia Nucleo di Novoli, Associazione Ruotando.
L’evento si è svolto attraverso vari momenti:
La mostra, che consta di 100 pezzi tra giocattoli e fotografie, rappresenta una chiave di lettura per conoscere culture e tradizioni diverse dalle nostre. I giocattoli sono tutti costruiti con materiali poveri che provengono da lontano ma che esprimono la fantasia: “quella capacità che hanno i bambini di sognare e di creare dal nulla qualsiasi cosa”.
Tra i giocattoli sono presenti le trottole autoprodotte dai bambini di Capo Verde, le barchette e gli elicotteri creati con lattine di bibite e scatolette dai bambini del Burkina Faso. Cartoni, lattine, fil di ferro, scarti di prodotti sono, in questa mostra, giocattoli per attrarre l’attenzione di altri bambini “di là dal mare”. Questa “testimonianza viaggiante” della cultura ludica che arriva da lontano, ha potuto informare e sensibilizzare i visitatori, piccoli e grandi, su tanti temi quali l’importanza del riuso e della creatività: quella “povertà che diventa ricchezza creativa, l’eloquente risposta del Sud del Mondo alla desolante desertificazione della fantasia nel Nord del Mondo”. E diventare occasione e pretesto per parlare anche di rapporti economici, di questioni alimentari, di culture e tradizioni.
A seguire un momento musicale attraverso canti e musiche dal mondo attraverso una jam session che ha unito e valorizzato le differenze con allegria.
a partire da tutti i Sud…
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